EnIsI Torino ha trovato casa

Un nuovo traguardo per l’Ente Islamico in Italia: aggiudicato il bando di riqualificazione a Torino.

Un altro importante passo per l’EnIsI, che continua a consolidarsi come una realtà sempre più radicata nel territorio. La sezione di Torino si è appena aggiudicata il bando per la riqualificazione dell’ex gioielleria situata in via Rossana 24, nel cuore del quartiere Borgo San Paolo.

La notizia, già riportata dal Corriere della Sera, riguarda la nascita di un nuovo centro polifunzionale che sarà dedicato alla promozione dei nostri principi fondanti e alla costruzione di una società multiculturale basata sul dialogo e la cooperazione.

Il nuovo spazio sarà destinato non solo ad attività di formazione ed educazione, ma anche a un concreto sostegno al percorso scolastico dei giovani. Come EnIsI, riconosciamo che la vera sfida per costruire una nuova generazione unita e responsabile in Italia parte da un’istruzione solida e inclusiva. Per questo, il centro offrirà attività di doposcuola, supporto allo studio, orientamento scolastico e universitario, grazie anche al contributo dei numerosi soci che frequentano gli atenei torinesi.

Come ricordato dal consigliere Ahmed Abdullahi, a Torino è già molto attiva la presenza sia dell’EnIsI sia del nostro gruppo giovanile Generazioni Responsabili Torino, sia sui social sia nelle attività sul territorio. L’apertura di una sede fisica non potrà che rafforzare ulteriormente l’impegno civico dei nostri soci e dare maggiore visibilità alla nostra comunità cittadina.

Ci teniamo inoltre a sottolineare che la sezione di Torino è una delle più storiche dell’EnIsI, e questo risultato rappresenta un motivo di orgoglio e un’opportunità per rafforzare la nostra presenza e il nostro servizio alla cittadinanza.

Ringraziamo l’amministrazione comunale e in particolare la vicesindaca Michela Favaro, che nell’articolo pubblicato nei giorni scorsi sul Corriere ha dichiarato: “Sarà un luogo del dialogo interculturale, dell’orientamento per giovani e famiglie in difficoltà. Siamo certi che l’aumento dei presidi educativi e sociali, anche con operatori di cultura musulmana, sia un’ottima occasione di incontro e accompagnamento per tanti giovani a rischio di esclusione sociale e devianza, e un’utile forma di restituzione per l’intera comunità.”

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